Caldi ed avvolgenti, i capi in maglia soddisfano, con un'eleganza casual, le esigenze di praticità e charme della donna contemporanea. Perfetta per le occasioni di lavoro, così come per le uscite informali con gli amici, la maglieria è un must della stagione invernale, grazie al suo comfort straordinario. Nella nostra selezione ognuno potrà trovare il capo più adatto al proprio stile: dai classici maglioni di Acne studios, passando per quelli girocollo di Saint Laurent, caratterizzati da stampe vivaci, arrivando a quelli più avanguardistici come i maglioni di Maison Margiela.
Le origini della maglieria sono davvero molto antiche e vanno, infatti, ricercate nel neolitico quando l'uomo usava le dita per intrecciare fibre naturali. E' più antica della tessitura e del cucito ed è il primo tentativo compiuto dall’essere umano per dare vita a tessuti con cui coprirsi. Di maglia erano, ad esempio, i bikini delle ragazze romane raffigurate nei mosaici e saranno, successivamente, i marinai fenici, egizi e siriani che provvederanno alla sua diffusione nel mondo.
Esistono capi che sono dei veri e propri evergreen e, parlando di maglieria da donna, uno di questi è sicuramente il cardigan, di cui le ragazze subiscono da sempre il fascino senza tempo. Comodo, caldo, elegante e così versatile da mettere tutti d’accordo, il golf con bottoncini ha una storia molto lunga che inizia all’interno di un contesto militare a metà del 1800. Il nome del capo deriva infatti dal generale dell’esercito britannico James Thomas Brudenell, anche noto come settimo Conte di Cardigan. A creare però, il primo prototipo di cardigan da donna destinato alla vendita, fu Coco Chanel che, nel 1925 ne realizzò dei modelli attingendo a tessuti del guardaroba maschile, dando vita così ad un indumento più comodo rispetto ai basici maglioni dal taglio mascolino. Il cardigan di Coco Chanel era un capo pensato per essere indossato da ogni donna ed infatti, da quel momento, tutte le grandi maison di moda iniziarono a produrre modelli con le stesse caratteristiche.
Dagli anni ‘40 in poi, il cardigan ebbe una vera evoluzione a livello globale. In quel periodo infatti, non v’era donna che non ne possedesse almeno uno: dalle lavoratrici alle studentesse universitarie. Quest’ultime poi, ornando questo capo con le proprie iniziali, lo resero un vero e proprio passe-partout da indossare dentro e fuori dal campus. Tra i cardigan che sono diventati emblematici ci sono quelli classici indossati da Grace Kelly, che se appoggiati alle spalle, danno vita ad un look con un'eleganza senza tempo; così come quelli colorati e sbarazzini, tanto adorati dalla Regina Elisabetta che, tutt’ora ispira le collezioni maglieria di Elisabetta Franchi.
Negli anni successivi, specie negli anni ‘70, questo indumento risentirà dell’influenza cromatica di quella decade spensierata: colorato e in fantasia, con collo che va e viene, così come le tasche, leggermente sciancrato o smanicato, meglio ancora se accompagnato da una cintura. Oggi, per un look acceso e vivace si trovano i cardigan crop da donna di Missoni, presentati in molteplici colorazioni e quelli di N°21, che invece si adattano sia ad uno stile bon ton, che a look più streetwear, se abbinati a pantaloni cargo.
Ciclicamente, questo capo di maglieria da donna torna in voga anche nel modello oversize, come eco della Nouvelle Vague del cinema francese. L’idea è quella di indossare quello over di lui, in versione spettinate e struccate, per assumere un’aria romantica e seducente. Negli ultimi tempi sono apparsi anche lunghi fino alle ginocchia come ad esempio i cardigan da donna di Alanui, che se abbinati ad un paio di stivali possono fungere anche da vestito.
Con l’arrivo degli anni ’80 vedremo questo capo arricchito da stampe animalier come quelli proposti da Krizia e da motivi geometrici come i cardigan di Burberry e di Sonia Rykiel, famosissimi per le loro righe colorate. Proposti spesso in passerella in versione sottile, monocromatica e sofisticata, i cardigan di Salvatore Ferragamo sono spesso abbinati a gonne lavorate o a pantaloni slim. Insomma preppy o rock, casual o sofisticato, il cardigan ha saputo imporsi come must-have all’interno del suo lungo viaggio.
Altro modello di maglieria da donna che si riconferma come capo essenziale del guardaroba femminile è il classico dolcevita, adorato dalle dive del cinema di ieri e di oggi. Nella storia cinematografica l’abbiamo visto indossato da numerose star di film di successo come ad esempio da Audrey Hepburn che ne sfoggia uno elegantissimo, total black, nel film “Funny Face”, così come da Brigitte Bardot, Marilyn Monroe e Meg Ryan nell’indimenticabile “Harry ti presento Sally”.
Fino ai primi anni del Novecento, i maglioni a collo alto erano indossati soprattutto da marinai e da chi, in generale, viveva o lavorava in posti ventosi per fornire una protezione dalla corrente, senza dover necessariamente indossare una sciarpa. Il dolcevita è infatti una maglia leggera, chiusa sia davanti che dietro, dal collo alto risvoltato che va tirato su fino sopra al mento e poi ripiegato su sé stesso. In Italia, l’indumento deve il suo appellativo al famoso film di Federico Fellini "La dolce vita", dove, nella scena finale, Mastroianni indossa una camicia scura e un foulard al collo che, se osservati da media distanza, sembrano proprio un maglione a collo alto.
In realtà, incerte sono le origini di questo particolare tipo di maglia in quanto alcune fonti le riconducono al nobile gioco del polo inglese, quando alla fine del 1800, i giocatori per ripararsi dal freddo chiesero di alzare il collo delle maglie indossate durante le partite, chiamandolo successivamente "polo neck". Tuttavia, il dolcevita resterà per anni all'appannaggio dei soli uomini, perché per vederlo indossato dalle donne, bisognerà attendere che la corrente di emancipazione femminile getti le basi per una nuova e più moderna visione della donna anche dal punto di vista stilistico.
Solo a partire dal dopoguerra infatti, il maglione a collo alto entrerà a far parte della maglieria da donna. Fino a che negli anni ’50, diverrà un simbolo di parità sessuale e un vero e proprio trend, anche grazie alla cantante francese Juliette Gréco, amica di molti intellettuali parigini dell’epoca e rappresentante dell’esistenzialismo.
Negli anni ’60, i dolcevita contraddistingueranno la controcultura dei “giovani arrabbiati” (Angry Young Man), un gruppo di scrittori della classe operaia; mentre al contempo, negli Stati Uniti diverranno la divisa degli esponenti della “Beat Generation” e delle “Pantere Nere”, i cui membri lottavano per il movimento degli afroamericani. Si può dunque osservare come il maglione a collo alto abbia assunto nel tempo un reale valore idealista, divenendo l’emblema di chi aveva qualcosa da dire, qualcosa in cui credere, qualcosa per cui lottare.
Il polo neck rimarrà un must-have anche degli anni ’70, capo feticcio di femministe che coprendosi rivendicavano il diritto di essere ascoltate per quello che pensavano e non per il loro aspetto fisico. Nei successivi ’80, sono molti gli esponenti della scena artistica che scelgono il dolcevita come elemento di stile distintivo come ad esempio Diane Keaton. Saranno però gli anni 2000 a riportare il maglione a collo alto da donna sull’Olimpo della moda quando designer come Valentino, Stella McCartney, Gucci e Fendi riscopriranno il concetto di una moda casual e rilassata ma al contempo sofisticata.
Oggi questo capo è protagonista indiscusso delle più prestigiose sfilate e assume anche toni avanguardisti, nonostante questo sia un indumento prettamente classico. Ad esempio i dolcevita di Prada subiscono addirittura sperimentazioni tessili, presentandosi con dei fori circolari; mentre Balenciaga ne propone svariati modelli caratterizzati principalmente da rotture e sfilacciature. Per qualsiasi stile uno voglia assumere, oggi vi sono svariati modelli da tenere in considerazione: se si è alla ricerca di un look casual ed elegante bisognerà certamente puntare sui maglioni a collo alto di Max Mara, monocromatici, ma sempre di classe.
Ultimamente anche il gilet in maglia ha guadagnato uno spazio via via sempre maggiore, nella variegata proposta di maglieria da donna. Le origini dell’indumento risalgono alla fine del XIX secolo, ma pare che ad utilizzarlo in pubblico per la prima volta, siano stati i giocatori di una squadra di football del Michigan, come parte della loro tenuta da gara, nel 1907. Da allora, i gilet in maglia si diffusero soprattutto tra gli appassionati di sport, in particolare tra golfisti e cricketer, per i quali il fattore estetico non era molto importante. Eliminare le maniche ai maglioni consentiva infatti, di avere le braccia libere e al contempo di mantenere il busto caldo.
In seguito, i pullover smanicati iniziarono a comparire nelle uniformi dei college americani e, insieme a blazers, mocassini e camicie button-down, divennero un caposaldo del preppy style, l’abbigliamento collegiale dei rampolli dell’upper class americana.
Sarà solo alla fine degli anni ’60 però, che questo capo in maglia entrerà finalmente a far parte del guardaroba femminile, grazie alle proposte di svariati stilisti come il gilet in maglia di Moschino e come quello presentato da Yves Saint Laurent. Fino a che lo spirito libero, protagonista degli anni ’70, spingerà il gilet da donna ad assumere caratteristiche stilistiche del movimento hippy. Lo si vedrà dunque lavorato ad uncinetto e con frange, arricchito da perline o in seta decorata da stampe; delineando così, una figura femminile disinibita e selvaggia. Janis Joplin, cantante rock e blues della fine degli anni '70, era solita indossare questi tipici gilet stravaganti. Indimenticabile è quello che indossò nel video di “Tell Mama” lavorato all’uncinetto in lamè dorato.
Attualmente, di tendenza è sicuramente il maglione smanicato in versione crop top come i gilet in maglia di Etro in colori accesi e contrastanti che donano vivacità ad un look giornaliero, così come quelli di Balmain, impreziosito dai caratteristici bottoncini dorati. Analizzando oggi, l’ascesa dello sweater vest non va sicuramente trascurato il ruolo di alcune celebrità, capaci di influenzare i look dei propri seguaci. Un caso davvero emblematico è rappresentato da Harry Styles, popstar con un debole per modelli decisamente estrosi; così come Zoe Kravitz che lo indossa nella serie tv “High Fidelity”, il cui trailer la mostra con un modello di smanicato in maglia verde oliva, segno di una moda in cui i prestiti tra guardaroba femminile e maschile sono ormai continui e fluidi.
Se quello che si cerca è un capo funzionale per tutte le stagioni, si dovrà dare un occhio ai maglioni girocollo da donna: elemento essenziale per qualsiasi guardaroba. Una vasta gamma di filati e differenti punti di maglia si traducono in una serie apparentemente infinita di trame uniche che trovano armonia all’interno di qualsiasi stile. Dai classici modelli di maglioni girocollo di JW Anderson e di Marc Jacobs, passando per quelli più elaborati e ricercati come quelli proposti da Studio Rundholz, destrutturati e caratterizzati da sperimentazioni tessili, nella nostra selezione si può trovare quello perfetto per completare un particolare look no season.
Un altro classico intramontabile dell'abbigliamento femminile, è il maglione con scollo a V che conferisce al corpo una silhouette pulita e geometrica che taglia con disinvoltura i contesti casual e formali. Nelle ultime stagioni, si è assistito a una riapparizione a tutto tondo dello scollo a V: una totale de-genderizzazione unita a silhouettes oversize, emergono come caratteristiche principali di questo indumento. Tutto ciò è testimoniato dall’onnipresenza degli scolli a V nelle proposte dei maglioni di Aspesi così come da quelle dei pullover di Brunello Cuccinelli che produce un'attitudine di decostruzione e di cool slouchy.
Straordinariamente versatile, la maglieria da donna consente di sperimentare infiniti look, con la sicurezza di essere una compagna inseparabile per le ragazze che amano curare il proprio stile senza abbandonare la comodità. Non c'è designer che non abbia incluso almeno un indumento in maglia nelle ultime collezioni e non c'è nessuno che riesce a resistere alla tentazione di abbandonarsi al calore che solo questo indumento può garantire.