Era il 1972 quando Yvon Chouinard fondò quello che oggi è uno dei brand outdoor più famosi al mondo. Patagonia infatti, deve il suo successo al suo visionario fondatore che ha trasformato le sue passioni più grandi in un vero e proprio business mondiale, generando profitti fin da subito.
Amante della vita all’aria aperta e degli sport a contatto con la natura, il giovane studente della California - ma di origini franco canadese - scopre l’arrampicata in montagna e dopo qualche anno di esperienza entra di petto nel mondo degli affari: non più soddisfatto delle prestazioni della sua attrezzatura, comincia a fabbricarseli da solo. Impara il mestiere e a soli 19 anni fonda la “Chouinard Equipment” un’azienda di attrezzature da scalatore che diventò ben presto il più grande fornitore del paese.
Non passerà poi molto tempo per spostare il suo interesse sull’abbigliamento, in particolare decise di importare maglie da rugby, tessuti traspiranti e resistenti e pantaloni a costine, adatti a resistere agli sport più estremi. Fonda così Patagonia, dopo un notevole aumento della domanda mette sul mercato un brand tutto suo.
Il boom è a fine anni ’70, con la giacca di Pile che debutta anche sulle passerelle! La rivoluzione derivava dal fatto che al contrario dei soliti capi d’abbigliamento con dei colori scialbi e senza personalità, Patagonia propone oltre a dei materiali super performanti (tessuti double face, biancheria intima isolante in polipropilene…) anche una varietà di colori accesi e personalizzabili, molto audaci per quel periodo.
L’azienda ha avuto alti e bassi nel corso degli anni, rischiando anche di fallire: ma ad oggi si riconferma come leader del settore anche per quanto riguarda la produzione eco sostenibile e l’impegno del fondatore con le tematiche di livello ambientale e sociale. Così la rivoluzione Patagonia arriva anche a livello comunicativo: dalle campagne che inneggiano a non acquistare i loro prodotti, fino alla cerchia di consumatori che si sentono legati ai valori del brand.