Palace Skateboards, il king dello skate wear.

Palace Skateboards (o Palace) è un marchio di abbigliamento skate nato a Londra nel 2009. Il suo fondatore è Lucien Clark, un famoso skater professionista che abbandona le sue precedenti sponsorizzazioni per formare una crew tutta sua con altri colleghi skaters. Mantenendo il suo flare britannico e una forte coerenza stilistica, in soli 10 anni il brand è letteralmente esploso e può vantare compagni di tavolo come Supreme, Stussy e BAPE.

Palace nasce inizialmente come una crew che condivide la passione per l’underground e lo stile glitch, facendosi chiamare "Palace Waywards Boys Choir”: le prime produzioni erano tavole da skate vendute esclusivamente a Londra ma il successo mondiale arrivò proprio grazie al gruppo, che indossando i propri pezzi fece aumentare l’hype intorno al brand. Nessun professionista della moda e nemmeno designers, non c'è un dipartimento marketing e nessun PR: Palace è infatti prodotto e distribuito dalle stesse persone che vogliono indossarlo, per se stessi e per i loro amici. 

Il brand si concentra sull'abbigliamento da skate e l’influenza della cultura pop, insieme a pubblicità di abbigliamento in stile VHS: la loro linea stilistica ricalca molto i ’90s londinesi, fatti di rave party, grafiche psichedeliche e tracksuit dai colori sgargianti. I prodotti Palace sono molto popolari e desiderati, motivo per il quale è quasi sempre introvabile: disponibile online o nei loro 4 negozi in tutto il mondo, vengono pubblicati nuovi prodotti ogni venerdì mattina.

Importanti sono anche le numerose collaborazioni, ben studiate e mai banali che hanno permesso il diffondersi del brand letteralmente ovunque e “indosso” a chiunque: sui campi da tennis di Wimbledon grazie alla collaborazione con Adidas, così come nel mondo del lusso con la capsule collection insieme a Polo Ralph Lauren, ed ancora Reebok Classic, Umbro e Kickers Kick Hi. Un raro caso di self-made brand – che ad oggi conta ben 4 flagship store a Londra, Tokyo, New York e Los Angeles –  nato come molti per una piccola subcultura ma diventato poi oggetto del desiderio di tutti.